sabato 9 aprile 2011

Marcel Proust - Alla ricerca del tempo perduto






































Il sole s'era nascosto. La natura ricominciava a regnare nel Bois, dal quale era dileguata l'idea che potesse essere quello il Giardino elisio della Donna; al di sopra del mulino fittizio il cielo reale era grigio; il vento increspava il Grande Lago di minime onde, come un lago; grossi uccelli sorvolavano velocemente il Bosco, come un bosco, e lanciando acuti stridi si posavano uno dopo l'altro sulle grandi querce che sotto la loro corona druidica, e con maestà dodonea, sembravano proclamare il vuoto inumano della foresta sconsacrata, e mi aiutavano a capire meglio la contraddizione insita nel ricercare entro la realtà i quadri della memoria, ai quali mancherebbe comunque l'incanto che acquistano dalla stessa memoria e dal non essere percepiti con i sensi. La realtà che avevo conosciuta non esisteva più. Bastava che Madame Swann non giungesse, identica, nel medesimo istante perché il viale fosse altra cosa. I luoghi che abbiamo conosciuti non appartengono solo al mondo dello spazio dove per semplicità li collochiamo. Essi non erano che una parte esigua del complesso di sensazioni confinanti che formavano la nostra vita d'allora; il ricordo d'una certa immagine non è che il rimpianto d'un certo istante; e le case, le strade, i viali sono, ahimè, fugaci come gli anni.

Un romanzo fantastico quello di Proust, che ci porta indietro nel tempo attraverso i luoghi della memoria; la sua memoria, certo!, ma tale esercizio poi è utile a tutti i lettori. La lettura è difficile. Il romanzo è lungo, tanto che è stato “conveniente” dividerlo in sette parti:
  • Dalla parte di Swann
  • All'ombra delle fanciulle in fiore
  • La parte di Guermantes
  • Sodoma e Gomorra
  • La Prigioniera
  • Albertine scomparsa
  • Il Tempo ritrovato

Nessun commento:

Posta un commento